Tibi e Tàscia by Saverio Strati

Tibi e Tàscia by Saverio Strati

autore:Saverio Strati [Strati, Saverio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa
editore: Arnoldo Mondadori Editore
pubblicato: 1976-06-30T00:00:00+00:00


XXII

Tibi, quella sera, non era per niente solo, o triste. Era preso da tanti pensieri assai più grandi di lui, assai superiori alla sua età; e dentro aveva come una fermentazione di sentimenti nuovi e diversi. Quel senso d’infinito che gli aveva destato il cielo azzurro e sconfinato e di bello che gli aveva comunicato il tramonto del sole gli riempivano l’animo di qualche cosa di grande di luce, di purezza, ed aveva dentro come un’armonia soave, seducente. Erano cose che non si sapeva spiegare, queste, ma provava gran piacere d’immergersi dentro, di pensarci, di stare chiuso in se stesso, in un silenzio che non era un silenzio; ed aveva il cuore tenero tenero per quell’armonia che sentiva in fondo all’animo.

La madre era già in casa.

“Sempre tardi!” fece Mariangela, in tono di rimprovero, appena lo vide entrare.

Tibi sedette, senza fiatare. Avvicinò i piedi freddi e bagnati al fuoco e si diede a guardare distrattamente le pietre del focolare, e pensava. Mariangela lo guardò e, vedendolo pensieroso ed alquanto pallido, ebbe paura che il figlio si sentisse male.

“Che hai?” gli chiese.

Tibi alzò gli occhi lucenti sulla madre, si strinse nelle spalle.

“Niente” disse, a mezza voce, e pensava.

“Sei così stravisato!” fece Mariangela.

“Non ho niente!” ripeté Tibi, e guardava un’altra volta le pietre del focolare e le braci, e pensava, ed aveva dentro il cuore l’illuminazione del sole, e dentro gli occhi il cielo azzurro ed infinito, e gli dispiaceva che la madre gli disturbasse i pensieri, che gli turbasse il silenzio, la sua gioia segreta ed incomunicabile, con le sue domande.

Nella pentola sul fuoco le cicorie bollivano con un rumore monotono.

“Ma che hai?” insisté Mariangela, e toccò il polso di Tibi con le punte dell’indice e del pollice, per sentire la temperatura. “Sei freddo, però: non hai febbre. Che ti è successo che sei così muto? Ti sei preso a botte con qualche tuo compagno?”

“No” disse Tibi, scuotendo la testa. Prese nervosamente la mano della madre con tutte e due le sue e chiese: “Mamma, tu credi che il cielo sia molto alto? Credi che sia assai più grande della terra?”.

“Ma certo che è più grande della terra” disse Mariangela. “Ed alto sarà abbastanza alto… Ma che discorsi mi fai?”

“E tu credi che il sole è più grande della terra?” insisté Tibi.

“Io non lo so, ma non credo che sia più grande della terra, il sole.”

“E tu credi che nel sole ci vive Dio con gli angeli? O vive a qualche altro posto? E di là dal mare ci sono altre terre? E Roma è molto grande, è molto lontana da qui? E Milano? E la Francia dov’è? Il papa perché è papa? Che vuol dire papa? Che vuol dire re? E il duce che è figlio di fabbro, come Turi, perché vive a Roma e non viene mai qui al nostro paese, per vedere le nostre case?”

Sotto il peso di queste domande, la povera Mariangela si sentì smarrita. Disse:

“Io queste cose, figlio mio, io non le so… Io sono una povera contadina.



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